Per qualche ragione non avevo mai visto il film di Tim Burton del 1988, così ho fatto un esperimento. In rapida successione ho visto il primo Beetlejuice il giovedì sera, gentilmente messo a disposizione da Prime Video, e sono andata al cinema il venerdì per vedere Beetlejuice Beetlejuice. Com'è cambiato il cinema di Burton in trentasei anni? Ovviamente tanto, a partire dagli effetti speciali naturalmente, ed era proprio ciò che ero curiosa di scoprire.
Il primo film, proprio stile anni Novanta, è invecchiato un po', ma non esageratamente considerando i pupazzoni e le battute un pochino demodé. Protagonisti corali della storia sono sia i coniugi Maitland, sia la famiglia (abbastanza disfunzionale) dei Deetz. Dopo un assurdo incidente dei primi, Adam (Alec Baldwin) e Barbara Maitland (Geena Davis) si ritrovano da spettri a contendersi il dominio della casa con i secondi, mentre sono ancora alle prese con ambientarsi nel limbo tra vita e morte (con tanto di manuale dedicato del "recente deceduto"). I trapassati proprietari amavano la loro casa esattamente com'era, mentre Charles (Jeffrey Jones) e Delia (Catherine O'Hara) Deetz sono eccentrici e moderni e desiderano cambiarla radicalmente. Completamente diversa dal padre e dalla matrigna, invece, è Lydia Deetz (Winona Ryder), malinconica e gotica e capace di vedere le presenze dell'altro mondo e della casa, verso le quali è più bendisposta che verso i suoi parenti. Forse è proprio lei il personaggio che è rimasto più impresso negli anni, oltre, naturalmente, al protagonista negativo, ma divertente e irriverente, interpretato da Micheal Keaton.
Il demoniaco Beetlejuice entra in scena quando Adam e Barbara si rendono conto che nessuno dei loro tentativi di terrorizzare i Deetz funziona, mentre tutt'altro che ortodossi sono i metodi di colui che si fa chiamare "bioesorcista" e che può essere evocato solo pronunciando il suo nome tre volte.
Cos'ha di adorabile questo film, tanto che è diventato un cult?
La storia è frizzante ed eccentrica e ho adorato il modo in cui è raffigurato l'oltretomba, popolato di cadaveri immobilizzati nel momento del trapasso e spesso intenti a fare la coda per ricevere informazioni o vedere i propri "consulti" (come il personaggio interpretato da Sylvia Sidney) per ricevere aiuto. Probabilmente la cosa che ho preferito, però, sono i vermi delle sabbie in stop motion che omaggiano l'opera di Frank Herbert. Inoltre i personaggi sono, ognuno a suo modo, adorabili: totalmente sopra le righe i Deetz, teneri e pisseri (e anche bellissimi) i Maitland. Keaton poi è veramente straordinario, a suo agio nell'interpretare un personaggio istrionico e comico. Anche la colonna sonora di Danny Elfman è particolare (il tema dei titoli iniziali, per esempio, è molto caratteristica).
Cosa non ha superato la prova del tempo?
Sostanzialmente le battute ormai suonano stantie al nostro gusto attuale, così come alcune scene un po' grottesche, che tuttavia forse costituiscono uno tra i perché della fama del film: la scena del ballo a cena sulla canzone Day-O, ma anche il bioesorcismo di Beetlejuice.
Cambiando adolescente il risultato non cambia?
Un po' cambia. La storia della famiglia Deetz evolve: ritroviamo Lydia e Delia, la prima ha fatto carriera per le sue capacità medianiche, ma ha più di un problema di stabilità emotiva (come da adolescente, ma con meno grinta), la seconda continua a fare arte a modo suo. Non torna a far parte del cast, invece, Jeffrey Jones, ma hanno trovato un modo delizioso di mantenere nella storia il suo personaggio. Il nuovo acquisto della famiglia, invece, è l'adolescente Astrid (Jenna Ortega), orfana di un padre da cui Lydia si era comunque già separata. Astrid non crede che la madre possa vedere e parlare con le presenze dell'Aldilà ed è in conflitto con lei e con la sua relazione con Rory (Justin Theroux).
Per tutto il primo tempo non succede quasi niente, tranne la comparsa in scena di Jeremy (Arthur Conti), che fa provare qualche brivido ad Astrid, di una femme fatale interpretata da Monica Bellucci, che è sulle tracce di Beetlejuice, e del detective-ex-attore-cinematografico di Willem Dafoe, che invece cerca di rintracciare la Bellucci. La scena in cui quest'ultima si "rimonta" pezzo per pezzo è la mia preferita del film (anche se poi non serve a molto altro), mentre Dafoe regala risate a ogni apparizione in scena.
Il secondo tempo, per fortuna, parte e mi convince, anche se la scrittura che porta dalla prima noiosissima parte alla seconda, piena di intersezioni tra le storie e ritmo, procede un po' a scatti (e forse anche a caso). Rispetto al primo film Keaton è più presente e ha sempre la stessa ossessione del primo film.
Tutto sommato la storia e molte trovate mi sono piaciute, oltre agli omaggi al primo Beetlejuice (a partire dall'auto dei Maitland - che non sono più nella storia- sotto al ponte del plastico in soffitta), però la scrittura ha scricchiolato parecchio e non mi è piaciuto né il personaggio (l'adolescente musona studiosissima e impegnata, che però si rivela veramente troppo ingenuotta), né la recitazione di Jenna Ortega, molto monoespressione.
Giudizio: discreto intrattenimento, mi sono divertita, però molto pigra la scrittura nel far procedere la storia, con troppa distanza tra un primo tempo deserto e inutile e il secondo, che vale la pena.
N.B.: preparatevi al terzo...non penserete che il nome di Beetlejuice non debba essere evocato tre volte anche nel titolo, vero?