lunedì 19 dicembre 2022

Un black thriller molto fresco: The menù

L'ultimo film che ho visto in sala mi è piaciuto. Temevo di bissare Bones and all, quando ho letto che il genere era horror, ma adesso comincio a sospettare che applichino le etichette a caso, perché, se appartiene a un genere, The menù di Mark Mylod è un thriller: tiene lo spettatore in tensione dall'inizio alla fine.


Il film presenta in primo luogo situazione e personaggi, inserendo fin da subito elementi di mistero, che si scopriranno nel corso della vicenda. Margot (Anya Taylor-Joy) sta aspettando con Tyler (Nicholas Hoult) il traghetto che li porterà sull'isola in cui è situato l'esclusivo ristorante dello chef di cucina molecolare Julian Slowik (un Ralph Fiennes che si è calato molto nel personaggio). Una serata di degustazione di un concept menù arriva a costare 1200 euro a persona e pochi possono permetterselo: la critica di una rivista e il suo redattore, un attore e la sua manager, un gruppo di loschi uomini d'affari, una coppia di habituées del ristorante. L'atmosfera del luogo è fin da subito claustrofobica e inquietante e sappiamo che i clienti sono abbandonati sull'isola. Regia e montaggio insistono subito su questo particolare: la barca che li ha condotti fin lì non resta ad aspettarli, ma torna verso la terraferma. Margot si accorge di questo ed è l'unica che subito trova strani i comportamenti dello chef e la messinscena delle varie portate, mentre gli altri clienti impiegano del tempo a capire che lo show di quella sera ha qualcosa di sinistro.

Ho trovato il film originale e ben costruito. È un film asciutto, in cui ogni scena svolge un ruolo preciso: o presenta gli eventi o serve a creare tensione. Ogni inquadratura che indugia su un personaggio, nel contesto della scena, ne mostra i pensieri. Ho apprezzato tantissimo la regia per tutto questo. Ho apprezzato molto anche la durata di un'ora e quarantasette minuti.

Il film stempera (ma in certi momenti accentua) la tensione con i toni della satira, del grottesco, del surreale, in un black humor che mi è piaciuto notevolmente. I personaggi sono costruiti proprio su questo aspetto (ho trovato Tyler il più agghiacciante dei personaggi). Il finale è stato anch'esso brillante e mi è sembrato in linea sia con la dinamica della storia, sia con il personaggio di Margot. Ho trovato il personaggio ben scritto e riuscito, anche grazie all'interpretazione di Anya Taylor-Joy, che ha sfoggiato un'altra bella prova di bravura dopo Amsterdam. Anche Fiennes, Hoult e l'attrice vietnamita Hong Chau sono stati notevoli.

Cosa mi è piaciuto: regia, trama, black humor e situazioni paradossali, finale, Anya Taylor-Joy

Giudizio: Sinceramente uno dei migliori film che ho visto quest'anno in sala ⭐⭐⭐⭐⭐

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