domenica 10 marzo 2024

Waiting Academy Awards: la più bella commedia che ho visto negli ultimi mesi, American Fiction

 La commedia di Cord Jefferson (non solo regista, ma anche sceneggiatore), American Fiction, è veramente brillante e solleva una polemica, invitando a riflettere.



"Guarda cosa si aspettano che scriviamo."

Cosa succede se uno scrittore afroamericano scrive letteratura, ma non è quello che bianchi e neri si aspettano dal suo incarnato? Succede che si ritrova a occuparsi della madre ed è in difficoltà con le spese per l'assistenza, perciò decide, per fare soldi, di provare a dare agli editori quanto si aspettano, ossia, come viene definito nel film, il "black trauma porn". 

"La maggior parte della gente vuole cose facili."

Uno stereotipo inchioda gli afroamericani: la narrativa scritta, prodotta e comunque riguardante le black-people, anche quando proviene da persone che hanno fatto l'università e non parlano il linguaggio della strada, deve limitarsi a cliché. Da qui nascono una serie di riflessioni, ma anche di battute e situazioni comiche molto argute e raffinate. Mi ha veramente divertito tantissimo.

A questo si affiancano le personali vicende dell'autore, Thelonious Ellison, detto Monk, molto umane e altrettanto profonde. Monk si trova a confrontarsi non solo col suo presente, una giostra di malintesi, quasi una commedia dell'equivoco, ma anche col suo passato, che -come quello di tutti noi- nasconde fantasmi e problemi irrisolti con i suoi familiari.

Anche le sottotrame degli altri personaggi, come Lorraine, mi sono molto piaciute e riescono ad arricchire la storia.

Inoltre, l'attore, Jeffrey Wright, che si trova a recitare quasi due diverse parti, è stato magistrale. Un colpo al cuore il personaggio e l'interpretazione di Sterling K. Brown; scritto molto bene, nei suoi non detti, oltre che in quello che è mostrato, ci lascia intravedere la profondità del personaggio, il fratello di Monk, Cliff. Mi ha notevolmente sorpreso anche Adam Brody, che si cimenta in un ruolo, un paio di scene in realtà, un po' fuori dal suo abituale personaggio.

La musica è un'altra chicca: da manuale nell'evidenziare i momenti comici e drammatici, in crescendo e sottolineature studiate alla perfezione.

Quel che ho adorato di più, tuttavia, è la scrittura della commedia, sagace sia nella trama, che nelle battute: credo che tiferò questa candidatura ai premi Oscar. Del resto ha già vinto nella sua categoria (sceneggiatura non originale, poiché adatta il romanzo di Percival Everett, Erasure) ai premi BAFTA.

Non sorprende per niente, dopo la visione, che il film abbia cinque nomination (film, sceneggiatura non originale, attore protagonista e non protagonista e colonna sonora); quello che non capisco è perché sia passato quasi inosservato e non sia stato proiettato nelle sale cinematografiche. Per molte settimane non avevo neppure trovato informazioni sulla sua uscita su nessun sito (salvo scoprire che un'amica l'aveva visto in italiano non si sa bene come). Infine è approdato su Prime Video, dove l'ho recuperato per completare la decina dei migliori film candidati ai premi Oscar.

Giudizio: ⭐⭐⭐⭐⭐

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