sabato 27 gennaio 2024

Killers of the Flower Moon: non fatevi spaventare dalla durata

 Ho temporeggiato parecchio prima di decidermi a vedere l'ultimo film di Martin Scorsese (scritto a quattro mani con Eric Roth), con Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone, Robert De Niro e Jesse Plemons. Il motivo è presto detto: quelle tre ore e venti minuti mi terrorizzavano. Ho rinunciato due volte ad andare a vederlo al cinema, ma immaginavo che la produzione avrebbe avuto i numeri per essere candidato ai premi Oscar. Così è stato.

La verità, adesso che l'ho recuperato (gratis nel mio piano su Prime Video)? Mi dispiace non averlo visto in sala. Parliamoci chiaro, prolissino un po' lo è. La durata è pari a metà giornata lavorativa e vederlo la sera è molto dura: ho creduto di dovermi interrompere per la stanchezza dopo un'ora e mezza, ma la storia mi aveva presa e ho voluto terminarlo.


L'adattamento è scritto bene (la nomination alla sceneggiatura non originale, però, non se l'è presa), adattata dal libro d'inchiesta Gli assassini della terra rossa scritto da David Grann, che deve essere un bel cazzotto alla bocca dello stomaco, e coinvolge davvero. Anche il montaggio ha aiutato tantissimo e mi è piaciuto (la candidatura se l'è presa, assieme a quelle per film, regia, fotografia, costumi, scenografia, colonna sonora, canzone -Wahzhazhe- e due performance, quella di Lily Gladstone da protagonista e di Robert DeNiro non protagonista).

La storia è terrificante: la popolazione Osage trova petrolio nelle sue terre, diventa ricco e gli uomini bianchi, scansafatiche, avidi e scialacquatori, si organizzano per sterminarli e prendersi i loro beni, attraverso una serie di matrimoni con le donne indigene e assassini mirati per prendersi le eredità. Agghiacciante.

Nella seconda parte, con l'ingresso del personaggio di Plemons, inizia un'indagine federale sui crimini perpetrati nello stato indiano con risvolti veramente interessanti (nei quali salta fuori Brendan Fraser). Non entro nei dettagli per evitare spoiler, ma è un peccato, perché c'è molto da dire. (Guardatelo!!!)

Anche se DiCaprio non si è preso la candidatura, a me è piaciuto moltissimo il suo personaggio: quasi un minus, combattuto tra pulsioni diverse e diverse emozioni. Molto approfondito, più degli altri personaggi, a me è piaciuta tanto anche l'interpretazione. Anche il personaggio di De Niro è magistrale, diabolico e cattivissimo nella sua mellifluità. Fino all'ultimissimo minuto del film, quando le classiche scritte che riepilogano la conclusione delle vite dei personaggi sono sostituite da un geniale sceneggiato radiofonico (il mio momento preferito del film?) in cui appare persino Scorsese stesso, William Hale dichiara la propria vicinanza agli Osage, malgrado tutto. L'interpretazione di De Niro è sempre ai suoi livelli, ovvero alti, ma abbastanza per l'Oscar? Devo vedere le altre recitazioni, prima. Per quanto riguarda quella di Lily Gladstone tanti complimenti (ci sarà da vedere il testa a testa con la Stone?).

Il pregio massimo, in ogni caso, è il modo in cui è stato raccontato: esaustivo (beh, ci mancherebbe anche!), tiene il ritmo, ammaliando lo spettatore e mantenendolo attivo, portandolo nettamente a schierarsi con le vittime e creando una bella suspence che ti fa domandare come andrà a concludersi la vicenda.

Tutto, ambientazione, musiche, costumi, sono curati e precisi per creare un affresco intensissimo di una pagina di storia americana.

Giudizio: non ho altro da dire ⭐⭐⭐⭐1/2

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