domenica 29 gennaio 2023

Close: il film belga candidato a Golden Globes e Premi Oscar

L'ho visto nel piccolo teatro di un paese vicino al mio e mi sono veramente forzata per andarlo a vedere. Temevo che un drammone di quasi due ore su due adolescenti che forse si piacciono, ma non lo accettano fosse troppo fuori dal mio gusto. Invece il film del regista e sceneggiatore belga Lukas Dhont mi ha sorpresa in positivo.


Close è la storia di due amici per la pelle, Léo e Rémy, cresciuti insieme e inseparabili, fino a che non iniziano le scuole superiori. La storia si ambienta da un'estate (quella che precede l'inizio del Liceo) a quella successiva. Nella nuova scuola la loro grande vicinanza è letta, però, in senso romantico. I due ragazzi forse hanno (o forse no) un'attrazione l'uno per l'altro che è confusa e indefinita, come è normale per l'età in cui si trovano, soggetta a cambiamenti, nuovi interessi, all'allargamento della cerchia di conoscenze della loro età. L'accettazione o meno di questo mutamento del loro rapporto di amicizia porterà conseguenze significative da affrontare.

La storia, scritta a quattro mani dal regista e da Angelo Tijssen, che avevano già lavorato insieme, è molto bella e lo dico da amante delle storie d'azione e molto poco delle storie sentimentali. Ho colto qualche vibes alla Moonlight, ma la storia è totalmente diversa. Non posso entrare nel dettaglio nelle tematiche del film perché sfuggirebbero spoiler, quindi non lo farò. Il protagonista è Léo ed è attraverso i suoi occhi e le sue reazioni che lo spettatore assiste alle vicende. Nel susseguirsi e, proprio, nel ripetersi del suo quotidiano (andare a scuola, rapportarsi coi compagni, aiutare i genitori, allenarsi e di nuovo e di nuovo le stesse dinamiche) cogliamo il suo modo di affrontare quello che gli accade, le sue emozioni e difficoltà. Poco prima dell'ultimo atto della storia, è in questo ripetersi che il protagonista sembra trovare la forza di affrontare di petto quello che l'evento principale del film ha provocato in lui. È una scena bellissima, che riprende e quasi chiude il cerchio con una frase pronunciata da un altro personaggio precedentemente.

Ho trovato incredibile che il giovane attore, Eden Dambrine, abbia retto un numero così elevato di scene da solo e dando ai sentimenti del personaggio credibilità e profondità. Anche l'interpretazione di Émilie Dequenne mi è piaciuta molto.

Il film ha un ritmo abbastanza lento, si prende il suo tempo, ma non mi ha annoiata. Unica eccezione: una delle primissime scene, in cui osserviamo i ragazzi dormire vicini per un tempo quasi infinito, e che mi ha dato quasi un senso di claustrofobia per la sua immobilità. Poi il film si riprende e il ritmo diviene costante.

Il film, presentato al Festival di Cannes nel maggio scorso, dove ha vinto il Gran Prix Speciale della Giuria, è uscito in Italia ai primi di gennaio. È stato candidato come miglior film straniero ai Golden Globes, dove è stato superato da Argentina, 1985, e ai Premi Oscar.

Giudizio: ⭐⭐⭐ 1/2

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