Dieci anni fa, nel dicembre del 2012, uscì per la prima volta al cinema un adattamento (di Daniel Pennac, con la regia dei belgi Stéphane Aubier, Vincent Patar e del francese Benjamin Renner) dei personaggi di Ernest e Celestine, protagonisti delle storie per bambini dell'illustratrice Gabrielle Vincent, le cui tavole sono dipinte ad acquerello e hanno una grazia straordinaria. Il film fu candidato anche agli Oscar del 2014 come miglior film d'animazione, ma vinse Frozen. Successivamente fu realizzata una serie animata di 26 episodi, trasmessa in Francia nel 2017, per la regia di Julien Chheng e Jean-Christophe Roger, che hanno realizzato anche il sequel uscito nelle sale italiane il 22 dicembre scorso, Ernest e Celestine - L'avventura delle 7 note. In questo secondo capitolo della storia tornano al doppiaggio Claudio Bisio e Alba Rohrwacher, di nuovo nei panni dell'orso e della topolina.
La storia è molto simpatica e consente agli autori di rappresentare anche temi piuttosto complessi per un pubblico infantile. L'Ostrogallia che trovano i protagonisti al loro arrivo è infatti dipinta (è il caso di dirlo) come un paese grigio in cui è stata instaurata una dittatura: una legge iniqua, che sottrae una libertà preziosa e, per gli orsi, essenziale (chiara metafora di libertà fondamentali come quella di espressione) e la cui trasgressione è duramente perseguita, giungendo a gettare acqua sugli uccellini che cinguettano; una situazione tanto ostile da essere insorta una resistenza vera e propria, con paladini mascherati e alcove carbonare in cui riunirsi segretamente per fare e ascoltare musica; un'altra libertà, quella di scelta, di autoaffermazione, vittima dalle consuetudini desuete di questo popolo. All'inizio il clima è tanto cupo da avermi quasi trasmesso angoscia, poi per fortuna (considerando il target) si stempera e subentrano dinamiche completamente a sorpresa, ma che ancora stimolano la riflessione nello spettatore. Nel finale il clima si rasserena e tutto finisce bene (e con un tono adeguato a un'opera per l'infanzia).
La storia è molto bella e i disegni sono poesia, anche se l'animazione non è fluidissima. L'Ostrogallia è rappresentata in modo originale, con funivie che vengono usate come tram, cartelli stradali stranissimi e semafori folli.
Cosa mi è piaciuto: storia, disegni
Cosa non mi è piaciuto: senso di angoscia, animazione, un pochino lento in alcuni momenti
Giudizio: ⭐⭐⭐ 1/2
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