Uno dei film presentati al Sundance Film Festival 2022 è stato Brian e Charles, breve storia di un inventore gallese (David Earl) di scarso successo ma fertile di idee, che ricava un robot da una lavatrice, dopo aver trovato tra alcuni rifiuti abbandonati la testa di un manichino che gli fornisce l'ispirazione e che sarà coronata di capelli grigi e occhiali.
Il robot, creato da questo moderno Dr. Frankenstein, incredibilmente funziona. Anzi possiede un'intelligenza artificiale straordinaria, che apprende parole, movimenti e concetti con grande velocità. Si interessa di tutto, impara a ballare. Si battezza Charles Petrescu e diventa un compagno prezioso per il solitario Brian, assistendolo nella cottura dei cavoli, giocando a battaglie di cuscini e aiutandolo anche a invitare fuori la compaesana Hazel (Louise Brealey, più nota in tv che al cinema, era il medico legale Molly Hooper di Sherlock).
Il rapporto uomo-robot evolve nella vicenda come un rapporto padre-figlio: all'inizio Charles non conosce il mondo e dipende molto da Brian, cui dedica disegni a pastelli e con cui festeggia ogni suo piccolo risultato; successivamente il robot conosce una fase di ribellione e sviluppa gusti propri, proprio come un ragazzo nel bel mezzo dell'adolescenza; solo alla fine del film sarà pronto per la vita adulta in modo indipendente.
Parallelamente allo svilupparsi di questo rapporto, un secondo filo del racconto è la battaglia di Brian (e con lui del paesino dove vive) contro una famiglia di delinquenti capeggiata da un padre violento che impone un clima di terrore a tutti i paesani, troppo spaventati per tenergli testa. Sarà proprio la nascita di Charles a sconvolgere le dinamiche esistenti in questo paesino.
Il film è breve e ha un ritmo abbastanza lento. Inizia come se fosse un documentario in prima persona, una sorta di mockumentary, con Brian che racconta in camera come ha fatto a realizzare Charles, ma questo aspetto sfuma e il racconto passa a essere in terza persona, soprattutto dopo l'ingresso di Hazel nella storia, pur mantenendo uno stile di narrazione lento che vuole farci credere che sia una vicenda raccontata dal vivo.
Ho trovato geniale il trascorrere delle fasi caratteriali di Charles come se fossero davvero epoche diverse della sua vita. Ho partecipato emotivamente alle vicende, soffrendo visceralmente nelle scene in cui Eddie bullizza Brian o altri personaggi e sono stata molto stupita e soddisfatta del finale, che mi ha lasciato una buona sensazione all'uscita dalla sala.
Cosa mi è piaciuto: la vicenda, i personaggi, il finale
Cosa non mi è piaciuto: un pochino lento in certi punti (anche se era voluto e il film complessivamente è molto breve e quindi non appesantisce troppo)
Giudizio: ⭐⭐⭐